Visita guidata alla mostra "100 anni. Scultura a Milano (1815-1915)" a Milano


Affermatasi come polo espositivo privilegiato per la scultura grazie alle recenti rassegne dedicate ad Alberto Giacometti, Medardo Rosso e Adolfo Wildt, la Galleria d'Arte Moderna di Milano decide di svelare oggi al pubblico parte del suo immenso patrimonio scultoreo, abitualmente inaccessibile perché conservato nei depositi, grazie alla mostra "100 anni. Scultura a  Milano (1815 - 1915)".

 

Siamo nel 1861 quando l'avvocato Fogliani, esecutore testamentario dello scultore Pompeo Marchesi, lega al Comune di Milano un cospicuo numero di modelli realizzati dall'artista e di opere da lui collezionate. Da allora le collezioni civiche andarono arricchendosi di un'ampia selezione di sculture, frutto delle donazioni e dei lasciti di collezionisti e artisti alla città. Collocata dapprima nel Museo Artistico Municipale inaugurato nel 1878 nei Giardini Pubblici, poi spostata presso il Castello Sforzesco, nel 1921 la collezione trovò posto negli spazi della Villa Belgiojoso, finendo successivamente in parte relegata nei depositi per insufficienza degli spazi espositivi.

 

Grazie a questa mostra, un'ampia selezione di opere scultoree dei depositi diventa visibile al grande pubblico in un percorso di carattere cronologico che intende ripercorrere la storia della scultura italiana dal 1815 al 1915, dall'arte neoclassica degli allievi e dei seguaci di Canova, attraverso la rivoluzione romantica della Scuola di Milano fino al periodo affascinante e complesso a cavallo tra Otto e Novecento, dove gli ultimi esiti della Scapigliatura intercettano l'aprirsi della stagione Liberty e del Simbolismo

 

Una straordinaria galleria di sculture, che vantano le firme di Vincenzo Vela, Francesco Barzaghi, in cui la presenza predominante di gessi, testimonianza delle diverse versioni e fasi esecutive di ciascuna opera permette di ripercorrere il percorso creativo che portò alla realizzazione di celebri sculture della città come il Monumento alle Cinque Giornate di Giuseppe Grandi. Emerge, inoltre, la fortuna che, grazie alla possibilità di replica dal primo modello, ebbero alcune soluzioni formali degli artisti che tra Otto e Novecento si trovarono a lavorare a Milano, in quegli anni una delle città più attive nella produzione scultorea grazie all'erezione dei vari monumenti risorgimentali e alla presenza dei cantieri del Duomo e del Cimitero Monumentale.