La visita guidata al Bottonuto seguita da aperitivo propone un viaggio alla scoperta di un antico quartiere della Milano scomparsa di cui si conservano ancora preziose testimonianze architettoniche che fanno capolino tra gli interventi di riqualificazione urbanistica avviata negli anni trenta del Novecento.
Situato nel sestiere di Porta Romana, a pochi passi dal Duomo di Milano, il Bottonuto si sviluppava in forma di quadrilatero all'interno delle contrade dei Moroni, dei Pesci, di san Giovanni in Conca e dei Tre Re (Magi), nell'area oggi delimitata dalle vie Larga, Rastrelli Mazzini e Corso di Porta Romana. Il nome del quartiere derivava probabilmente dal latino butinucum, termine che indicava una fossa di scolo delle acque, con probabile riferimento all'intervento idraulico di convogliamento delle acque finalizzato al prosciugamento del lago che aveva costituito in età repubblicana il primo porto fluviale della città.
In età medievale l'area un tempo occupata dalle banchine del porto fu trasformata in area verde guadagnando per questo il nome di contrada del Brolio ("pascolo"), più tardi convertito dagli spagnoli in "Larga" per la lunghezza della via (infatti, in spagnolo “larga” significa “lunga”). All'epoca della signoria dei Visconti, una piazza del quartiere era dominata dall'abitazione di Bernabò Visconti, la cosiddetta Ca' di Can, così soprannominata per via della passione del suo proprietario per mastini e segugi. Bernabò Visconti decise di far collocare il proprio monumento funebre - oggi al Museo di Arte Antica del Castello Sforzesco - nella vicina chiesa di San Giovanni in Conca, di cui si conservano un tratto dell'abside in mattoni e la facciata, che oggi costituisce il fronte della chiesa della comunità valdese nei pressi dei Giardini della Guastalla.
L'antico edificio religioso fu a più riprese ridotto e smantellato, dapprima per l'apertura dell'attuale via Mazzini, più tardi per l'importante intervento di riqualificazione urbanistica che, per ragioni di vaibilità e decoro, prese avvio con il piano Albertini nel 1934 e proseguì nel secondo dopoguerra portando alla realizzazione di piazza Diaz.
Passeggiando tra gli antichi edifici del quartiere, da San Giovanni in Conca a San Gottardo in corte, e le architetture novecentesche, come il Centro Diaz di Luigi Mattioni e il palazzo INA di Piero Portaluppi, ripercorreremo la storia di un affascinante quartiere, al contempo popolare e malfamato, divenuto simbolo delle continue trasformazioni della città di Milano. Il percorso si concluderà nel cuore della riqualificazione novecentesca, piazza Diaz, dove potremo consumare un piacevole aperitivo in compagnia.