Nella seconda metà del Quattrocento si verifica in Lombardia un deciso cambiamento della pittura, che lascia progressivamente le forme e i modi di impronta ancora tardogotica per approdare ad esiti pienamente rinascimentali. Quest'evoluzione si deve alla capacità degli artisti locali di assimilare dapprima le tendenze transalpine e in seguito la lezione di Leonardo e di Bramante, giunti a Milano al tempo di Ludovico il Moro.
L'influenza dei due grandi maestri si avverte in un'accentuazione della monumentalità e della prenetrazione psicologica, quest'ultima evidente soprattutto nel tema della Madonna col Bambino nel quale si cimentano artisti del calibro di Bergognone, Cesare da Sesto, Bernardino Luini, Andrea Solario.
Il Cinquecento vede consolidarsi la fortuna del modello leonardesco, dilagante per i primi decenni del secolo, al quale si affiancano tendenze artistiche alternative che da un lato si pongono in dialogo con la la pittura emiliana, veneta e romana, dall'altro attuano una svolta realistica che sarà alla base della rivoluzione caravaggesca. Interprete di quest'ultima tendenza è la famiglia dei Campi di Cremona, che hanno in Vincenzo un anticipatore del genere della natura morta.
Il secolo si chiude con le variegate esperienze del manierismo lombardo che si è ispirato, tra gli altri, ai grandi modelli di Michelangelo e Tintoretto.
Un'occasione speciale per andare alla scoperta della complessità e della ricchezza della storia artistica della Lombardia tra Rinascimento e Manierismo.
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