Visita guidata alla mostra di LEE MILLER a Milano


 

La mostra di Lee Miller e Man Ray a Palazzo Reale a Milano rende omaggio a una delle figure più interessanti della fotografia del Novecento, una donna dalla vita intensa e avventurosa, protagonista della vita culturale e artistica della prima metà del secolo, soffermandosi ad analizzare il rapporto artistico e sentimentale con il grande artista e fotografo surrealista.

 

Nata nel 1907 a Poughkeepsie, nello stato di New York, Elizabeth apprende i primi rudimenti di fotografia dal padre Theodore, ingegnere e uomo d'affari con la passione per la fotografia. Dopo una formazione di carattere artistico, nel 1927 inizia la sua carriera di modella, lanciata da Condé Nast sulla copertina di Vogue, diventando ben presto una delle modelle richieste dalle riviste di moda, ritratta dai più grandi fotografi del settore, da Edward Steichen a George Hoyningen-Huene o Arnold Genthe.

 

Affascinata dall'opera di Man Ray, Elizabeth decide di passare dall'altra parte dell'obiettivo.Nel 1929 si reca pertanto a Parigi per conoscere il fotografo surrealista, del quale diviene poi modella, collaboratrice, musa ispiratrice e amante. Entra così in contatto con Picasso, Ernst, Cocteau, Mirò e tutta la cerchia dei surrealisti. Gli anni parigini la vedono impegnata come ritrattista e fotografa di moda, nonché autrice di suggestive immagini surrealiste.

 

Dopo il ritorno a New York del 1932, si trasferisce al Cairo, al seguito del marito, il ricco uomo d'affari egiziano Aziz Eloui Bey. Qui si avvicina alla fotografia di reportage, intraprendendo lunghi viaggi nel deserto, dove fotografa villaggi e rovine. Presto conclusosi il suo primo matrimonio, Elizabeth si lega sentimentale all'artista surrealista Roland Penrose col quale viaggia in Europa per poi lasciare definitivamente l'Egitto nel 1939 alla volta di Londra, dove, scoppiata la guerra, documenta i continui bombardamenti sulla città. L'apice della sua carriera di fotoreporter è rappresentato nel 1944 dall'incarico di corrispondente accreditata al seguito delle truppe americane e collaboratrice del fotografo David E. Scherman per le riviste “Life” e “Time”. Tra i fatto storici più importanti immortalati da Lee Miller si ricordano l'assedio di St. Malo, la liberazione di Parigi, la liberazione dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald e la scoperta degli appartamenti di Hitler a Monaco di Baviera, nella cui vasca da bagno si autoritrae nella sua fotografia più celebre.

 

Ritornata alla fotografia di moda al termine della guerra, complice lo stress post traumatico riportato a causa dei lunghi periodi di permanenza al fronte, Lee Miller si ritira progressivamente dalla scena artistica, per poi spegnersi nel 1977.

 

La mostra di Lee Miller a Palazzo Reale a Milano propone al pubblico un ampio nucleo di fotografie che documenta l'articolata parabola artistica della fotografa, attraverso i suoi scatti più noti e iconici, con un occhio di riguardo alle opere che ispirarono Man Ray e in generale al ruolo di musa e fotografa svolto da Lee Miller in un contesto sociale e culturale, come quello degli anni Venti e Trenta, dominato dalla figura maschile.