Visita guidata al PICCOLO teatro GRASSI

seguita da APERITIVO E spettacolo


Milano, Piccolo Teatro Grassi

 

Fondato nel 1947 su iniziativa di Giorgio Strehler, Nina Vinchi e Paolo Grassi diventando così il primo teatro stabile in Italia, il Piccolo Teatro ha la sua sede storica presso il Piccolo Teatro Grassi, cui nel tempo si sono affiancate le sale del Piccolo Teatro Studio e del Piccolo Teatro Strehler. Nato dalla trasformazione in sala teatrale dell'ex cinema Broletto, il Piccolo Teatro Grassi ha sede presso il quattrocentesco Palazzo Carmagnola, edificio legato a tante pagine della storia milanese. Il palazzo fu infatti voluto dai Visconti che nella persona di Filippo Maria lo donarono a Francesco Bussone, detto il Carmagnola, il celebre condottiero protagonista della prima tragedia di Manzoni Il Conte di Carmagnola. Più tardi requisito da Ludovico il Moro, il palazzo venne donato dal duca alla sua amante Cecilia Gallerani, celebre protagonista del ritratto della Dama con l'ermellino di Leonardo da Vinci.

 

Negli anni della dominazione straniera, il palazzo cambiò più volte destinazione d'uso diventando nel tempo sede del granaio pubblico (dal 1605), dell'archivio civico (dal 1770) e del Broletto novissimo ovvero del Comune di Milano (dal 1786). Nel 1861 ci fu una permuta tra Stato e Comune che comportò uno scambio tra Palazzo Marino, da allora sede del Comune di Milano e Palazzo Carmagnola che divenne così sede del Demanio. Ritornato proprietà del Comune negli anni trenta del Novecento, nel 1947 Palazzo Carmagnola fu interessato dagli interventi degli architetti Ernesto Nathan Rogers e Marco Zanuso in previsione dell'insediamento del Piccolo Teatro.

 

Nel 2009 il palazzo e il teatro sono stati oggetto di un importante intervento di restauro che ha ripristinato la piena funzionalità e comodità della sala e ha riportato a nuove splendore il chiostro minore, il nucleo più antico di Palazzo Carmagnola, oggi intestato a Nina Vinchi.

 

La visita al Piccolo Teatro Grassi è un'occasione unica per scoprire la storia di Palazzo Carmagnola e delle sede storica del Piccolo Teatro. L'itinerario prevede la visita al chiostro, alla sala teatrale e l'accesso in esclusiva ad alcuni ambienti privati del Piccolo Teatro Grassi. L'attività si concluderà con un aperitivo servito nella suggestiva cornice del chiostro Nina Vinchi e con uno spettacolo presso il Piccolo Teatro Grassi.

 

 

Programma della visita di martedì 24 settembre ore 17.15

17.15: visita guidata al Piccolo Teatro Grassi

18.00: aperitivo

19.30: spettacolo "Il miracolo della cena" (durata: 50 minuti senza intervallo) presso Piccolo Teatro Grassi

 

Dettagli spettacolo

IL MIRACOLO DELLA CENA

regia Marco Rampoldi

collaborazione drammaturgica Paola Ornati

letture di Sonia Bergamasco

produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

in collaborazione con Museo del Cenacolo Vinciano

Polo Museale della Lombardia

MIBAC

 

Durata: 50 minuti senza intervallo

 

Creato a partire dagli scritti originali di Fernanda Wittgens, Il miracolo della cena racconta la vita della studiosa e critica d’arte che fu, tra l’altro, la prima donna Soprintendente delle Gallerie di Milano.

Sonia Bergamasco, diretta da Marco Rampoldi, dà corpo e voce a una personalità che interpretò nel modo più nobile la missione del servizio pubblico a tutela del bene comune, fu sempre fedele ai propri ideali – anche nel terribile contesto delle leggi razziali – e votò tutta se stessa alla conservazione e valorizzazione di un patrimonio di Milano e del mondo.

Wittgens partecipò con tempestività ed energia alla salvaguardia di numerosi monumenti milanesi, tra cui l’Ultima cena di Leonardo da Vinci che fu riparata dai colpi d’arma da fuoco, dalla violenza delle esplosioni e sottratta miracolosamente alla distruzione dei bombardamenti.

Nel periodo fascista, Wittgens trascorse anche alcuni mesi in carcere, a San Vittore, perché accusata di aver protetto alcuni concittadini ebrei e di averli aiutati a espatriare. Se per Fernanda il carcere fu una «tappa di perfezionamento», come lo definì in una lettera alla madre, fu nella Milano del dopoguerra, ferita nei principali luoghi e monumenti della sua storia e cultura, che il suo ruolo apparve ancora più determinante: agì con infaticabile energia perché la ricostruzione dei monumenti fosse ritenuta necessaria e prioritaria, al pari di quella di fabbriche, ospedali e scuole. In questo periodo compì il secondo “miracolo”, adoperandosi per ben otto anni e impiegando “una quantità di forza vitale” perché l’affresco leonardesco fosse opportunamente restaurato.