CONNESSIONI CULTURALI

scultura italiana dell'ottocento

Connessioni Culturali: scultura italiana Ottocento

 

L’appuntamento delle Connessioni Culturali dedicato alla scultura italiana dell’800 sarà un’occasione per conoscere e ammirare le opere più emblematiche di una stagione artistica intensa e ricca di figure di primissimo piano, tra cui spiccano tanti nomi celebri, ma anche molti scultori che, pur avendo fatto la storia della scultura italiana sono oggi ingiustamente poco noti.

 

Inizieremo il nostro excursus partendo dalla poco nota ma importantissima corrente del Purismo, all'interno della quale artisti come Pietro Tenerani con la sua famosa Psiche abbandonata e Lorenzo Bartolini divennero in breve tempo artisti ricchi e stimati in tutta Europa; le loro opere, dal tratto estremamente armonioso e delicato, erano contese dai maggiori musei del mondo, i loro ritratti erano ambiti da dame, alti prelati e capi di Stato del vecchio Continente.

 

Considerato il più grande scultore italiano dopo Canova, Lorenzo Bartolini seppe distinguersi dall’intera produzione neoclassica per i modelli di riferimento risalenti al primo Rinascimento fiorentino, e riuscì ad infondere nella scultura un tratto nuovo, attraverso il sentimento e i dettagli naturalistici. Opere come La fiducia in Dio del Museo Poldi Pezzoli di Milano e La Ninfa e lo Scorpione rivelano una ricerca finalizzata a esibire il bello naturale, in un'estetica che vedeva nella Natura un valore più alto dell'antico, dove si annidano l'origine della vita e di ogni attività creativa.

 

Il nostro viaggio nel marmo proseguirà con la grande figura di Giovanni Duprè, eccellente scultore che raggiunse la fama a 25 anni con opere immense e al contempo molto criticate, quali Abele morente, il Caino e Il sonno dell’innocenza, scultura in marmo di eccezionale fattura che ottenne immediatamente un successo considerevole e unanime per la mirabile bellezza dell’esecuzione del bambino, ritratto con un’accuratezza e una precisione strabiliante. E poi ancora, conosceremo i capolavori di Tito Sarrocchi, che entrò a Siena nella bottega di Giovanni Dupré, e Giovanni Battista Lombardi, bresciano, che frequentò lo studio dello scultore Lorenzo Vela (fratello maggiore del più noto Vincenzo), terminando la sua formazione a Roma all'Accademia di San Luca e presso Pietro Tenerani.  Il primo è legato indissolubilmente ad alcune riproduzioni di opere scultoree antiche per preservarle dagli agenti atmosferici, come la Fonte Gaia di Jacopo della Quercia (1868), le sculture del Duomo di Siena e quelle per Santa Maria del Fiore a Firenze. Il secondo, invece, è noto per alcuni monumenti funebri presenti al Cimitero Monumentale di Brescia, alla Certosa di Bologna e al Verano a Roma.

 

Termineremo infine con una panoramica sul grande Vincenzo Gemito, personalità dall’indole turbolenta e ribelle che, dopo un’adolescenza assai irrequieta, prese ispirazione dall'atmosfera dei vicoli del centro storico di Napoli per forgiare i suoi soggetti più noti, resi quasi vivi da un'intensità emotiva senza eguali, come ben emerge da capolavori di grande successo, quali Giocatore di carte, Gran pescatore o L’Acquaiolo, giovane venditore di acqua fresca, chiaramente ispirato al Satiro danzante della casa del Fauno di Pompei.

 

L’appuntamento delle Connessioni Culturali dedicato alla scultura italiana dell’800 fa luce su capolavori noti e su capolavori nascosti, per meglio comprendere quell'eccezionale fermento creativo che contraddistinse la ricerca plastica di un Ottocento attraversato da grandi cambiamenti della storia che cercavano una nuova espressione artistica.

 

Al termine dell'incontro sarà possibile porre domande alla guida, scambiarsi idee e commenti, rendendo quest'esperienza virtuale un momento vivo e vivace di dibattito artistico.