La mostra "Dürer e il Rinascimento" al Palazzo Reale di Milano è la prima, importantissima mostra che la città dedica al celeberrimo artista tedesco, che seppe coniugare la grazia artistica rinascimentale con le moderne ricerche scientifiche e matematiche.
Considerato il massimo esponente del Rinascimento tedesco, Dürer fu un artista dal talento precocissimo, il quale, coniugato con una continua curiosità, lo portò a compiere parecchi viaggi in Europa, arricchendo esponenzialmente il suo bagaglio visivo. In particolare in viaggio in Italia lo avvicinò al Rinascimento, alla scoperta dell'arte classica, all'abilità prospettica e alla precisione della rappresentazione anatomica, portando Dürer a spaziare nei più diversi generi della pittura e della grafica.
Parallelamente alle ricerche di Leonardo da Vinci, l'interesse di Dürer si andò poi concentrando sulla rappresentazione realistica del mondo naturale, da lui sempre descritto con una minuzia degna di un etologo e di un botanico: boschi, paesaggi, prati abitati da animali diventano l'ambiente entro cui collocare scene mitologiche, iconografie sacre e temi di genere, in un'originalità senza paragoni, frutto tuttavia di un confronto con gli artisti a lui contemporanei, come i protagonisti della "Scuola del Danubio" e gli artisti italiani della scuola veneta.
Incisore e trattatista, illustratore e scienziato, pittore e matematico, Dürer è senz'altro stato uno degli artisti più poliedrici e curiosi del Rinascimento europeo. La mostra "Dürer e il Rinascimento" a Milano gli rende un doveroso omaggio in una ricchissima rassegna allestita in sei sezioni tematiche, con oltre 100 opere, tra dipinti, disegni e incisioni, che propongono affascinanti confronti da un lato con le opere degli artisti tedeschi dell'epoca tra cui Lucas Cranach e Albrecht Altdorfer e dall'altro con la grande scuola veneta del Cinquecento, da Giorgione, di cui è esposta La vecchia, a Giovanni Bellini.
La mostra "Dürer e il Rinascimento" a Milano permetterà di percorrere le principali tematiche rinascimentali in un serrato ed efficace confronto tra gli sviluppi italiani e quelli nordici, sottolineando la centralità di Albrecht Dürer in quel denso e affascinante rapporto di scambi culturali e artistici.