Milano

Galleria d'Arte Moderna

8 ottobre 2014 - 1 febbraio 2015

 

ALBERTO GIACOMETTI

 

Alberto Giacometti nasce il 10 ottobre a Borgonovo nei Grigioni svizzeri; il padre Giovanni è un importante pittore postimpresionista. Talento precocissimo, Alberto si forma a Ginevra e, dopo il viaggio attraverso l'Italia del 1920, nel 1921 si reca a Parigi per studiare disegno e scultura con Bourdelle. Trascorrerà quasi tutta la sua esistenza nella capitale francese, frequentando l'ambiente artistico di Montparnasse e legandosi prima al gruppo surrealista e poi a Jean-Paul-Sartre. Giunto alla fama internazionale, muore l'11 gennaio 1966 a Coira, in Svizzera. Nel 1969 esce postumo il volume di litografie Parigi senza fine.

 


LA SCULTURA SURREALISTA

 

Grazie al successo delle mostre parigine in cui espone le sculture astratte realizzate  sotto l'influenza dell'arte primitiva, alla fine degli anni Venti Giacometti entra in contatto con gli artisti del gruppo surrealista come André Masson, Joan Mirò e Jean Arp, riuscendo a stipulare un contratto con Pierre Loeb, mercante d'arte ufficiale del gruppo. E' Dalì a presentarlo ad Andrè Breton, che rimane entusiasta delle sue opere e acquista la versione in legno della Palla sospesa. Inizia la fase surrealista di Giacometti, segnata da sottili riferimenti alla sfera sessuale e da richiami al mondo dell'inconscio. Il ritorno alla scultura dal vero determinerà la sua rottura col gruppo.

 


LA SCULTURA ESISTENZIALE

 

L'estremissione dal gruppo dei surrealisti, avvenuta nel 1935, rappresenta un duro colpo per Giacometti, che non esporrà più fino al dopoguerra, continuando tuttavia a produrre sculture dove le minuscole misure delle figure si contrappongono all'ampiezza del basamento. Alla fine degli anni Trenta Giacometti conosce Jean-Paul Sartre, uno dei maggiori rappresentanti dell'esistenzialismo. La precarietà e la finitezza della vita umana affermata dalla corrente di pensiero del filosofo francese si rispecchia nell'opera di Giacometti nella serie di esili, filiformi ma altissime figure inaugurata con l'Uomo che cammina del 1947. Sono immagini dell'uomo contemporaneo, scarnificato anche nell'animo dalle sofferenze della vita. Il successo di queste opere convincerà Giacometti ad approfondire il repertorio senza cercare altri soggetti o stili.

 


LA PITTURA E IL DISEGNO

 

Durante tutta la sua carriera, Giacometti affianca alla scultura pittura e disegno. La sua produzione in questi due ambiti è costituita quasi esclusivamente da ritratti. Tra i suoi soggetti compaiono i genitori, il fratello Diego, più tardi la moglie Annette, gli amici artisti e scritttori. Se nei disegni cerca di tradurre nei lineamenti la manifestazione dello spirito dei suoi modelli, tralasciando ciò che è superfluo, ugualmente nei dipinti mira ad una penetrazione della psicologia e della personalità dei soggetti, che talvolta ottiene solo dopo interminabili sedute come nel caso del ritratto dello scrittore Jean Genet.

 


LA MOSTRA A MILANO

 

Grazie alle oltre 60 opere provenienti dalla Fondazione Alberto e Annette Giacometti, la mostra presso la Galleria d'Arte Moderna consentirà di ripercorrere la parabola artistica di Giacometti, dagli esordi svizzeri al contatto con il Cubismo e il Surrealismo, fino alla maturità segnata dalle esili e drammatiche figure in cui ritrae amici e familiari. Attraverso sculture, dipinti e disegni, andremo alla scoperta di uno dei primi artisti in grado di rappresentare la fragilità, ma al contempo l'attaccamento alla vita dell'uomo contemporaneo. 

 


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