Visita di approfondimento alla Pinacoteca di Brera:

la pittura del Seicento


 

Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento si assiste a Bologna alla nascita di un Classicismo che si pone in contrasto con le raffinatezze del Manierismo dell'area toscana e romana e che mira a combinare semplicità, decoro, sentimento e sensibilità del colore. Tale tendenza prende piede grazie ai Carracci, la cui opera influenzerà il lavoro dei loro allievi ed eredi, Guido Reni e Guercino su tutti.

 

Accanto al Classicismo emiliano, una delle esperienze che segna il Seicento è la rivoluzione attuata da Caravaggio. Memore della cultura artistica lombarda di fine Cinquecento, egli propone un naturalismo, cui si accompagna sempre un netto contrasto da luci e ombre, come dimostra la Cena in Emmaus della Pinacoteca. Caravaggio non ebbe allievi, ma la sua lezione fu da esempio per molti pittori italiani e stranieri, noti appunto come caravaggeschi.

 

La terza via che prende l'arte del Seicento è quella del Barocco. La fanno da padroni soggetti religiosi caratterizati da impaginazioni grandiose e temi della fede declinati nei loro aspetti più mistici. Ne sono un esempio, al museo, le opere di Pietro da Cortona e Rubens.

 

Da un punto di vista dei generi pittorici, il ritratto raggiunge i suoi vertici con i pittori fiamminghi e olandesi, come testimonia un Ritratto di dama di Van Dyck, mentre la passione della borghesia per la "pittura da camera" favorisce la diffusione della natura morta.

 

A concludere il panorama artistico del secolo e della nostra visita è la pittura della Controriforma, ispirata ai dettami del Concilio di Trento. Significativa è la vicenda lombarda, dove Federico Borromeo porta avanti l'azione di influenza nel campo culturale e artistico svolta dal cugino Carlo, che culminerà con la fondazione della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana.